domenica 16 gennaio 2011

LA BABELE DELLA FEDE CATTOLICA E LE NOSTRE CERTEZZE




di Francesco Colafemmina

Le Premesse

In principio fu il Libro-Intervista e la questione del profilattico. Si era agli albori di una nuova era. Un'era che coincideva col Concistoro e dunque con nuovi assetti interni al Collegio Cardinalizio. Ciò che da qualcuno (leggi neoconservatori statunitensi) fu letto come un cambiamento, una modifica della morale cattolica, venne immediatamente difeso da numerosi giornalisti come un errore di lettura di qualche cattolico zelota.
E così si sviluppò la caccia all'untore che osava contestare la legittimità o meglio la coerenza etica delle affermazioni di Sua Santità.
Qua e là si levarono voci più moderate, ma altrettanto forti, che contestavano il metodo: l'intervista. Si diceva: "il Papa non dovrebbe concedere interviste, questo era tipico di Giovanni Paolo II". I cattolici moderati, non avanguardisti e nemmeno tradizionalisti, capivano il riferimento a Papa Wojtyla implicito nell strategia del libro intervista, ma ancora erano incapaci di intravederne gli esiti.
L'escalation è arrivata a gennaio improvvisa e stupefacente. E il sole non accenna ancora a risplendere all'orizzonte.
Possiamo esser certi che le ragioni del "cambiamento" che ormai nessuno potrà negare abbiano una duplice natura che si rifà ad un'unica causa. Sono infatti esterne e interne alla Chiesa (mass media e poteri forti esternamente, innovatori sia progressisti che - e non è un paradosso - conservatori all'interno della Chiesa) ed hanno quale radice l'esposizione mediatica della Chiesa durante il periodo che va da febbraio a maggio del 2010 e la crisi generata dalla "questione pedofilia".


Il Giornalismo nostrano e le insidie del web

Cominciamo però dal caso particolare del giornalismo italiano. Il giornalismo italiano è il fulcro dell'attenzione mediatica mondiale sul Vaticano. Ciò che affermano i vaticanisti italiani, giornalisti che professionalmente analizzano quanto accade nel Vaticano e nella Chiesa in genere, viene considerata una risorsa autorevole di informazioni, ma anche di opinioni. Se le opinioni dei giornalisti - una categoria che non è mai obiettiva anche quando si sforza di esserlo - cominciano a convergere su posizioni ben delineate, vuol dire allora che qualcosa sta accadendo fra le mura leonine. Una sorta di ordine di scuderia: cambiare rotta! E i più attenti fiutano subito l'aria nuova...
Impercettibilmente i vaticanisti che non possono - istituzionalmente - mai criticare pubblicamente il Papa, ma che pure son capaci di identificare guasti e disfunzioni della macchina di governo della Chiesa, cominciano a supportare ogni singola parola del Pontefice e a difenderlo perinde ac cadaver, come i Gesuiti di qualche secolo fa. Eppure, stranamente, nessuno si è mai prodigato prima d'ora di denunciare tutti quei Vescovi che le direttive del Papa le hanno sempre ignorate...
Ma i giornalisti aggiungono anche distinguo e frecciatine, onde orientare l'opinione pubblica. Pensiamo ad esempio all'orientamento del prof. Massimo Introvigne. Da opinionista esperto di sette e massoneria, si è lentamente trasformato nel giro degli ultimi mesi in costante commentatore di ogni discorso del Pontefice, in castigatore dei perplessi, in difensore strenuo di un cattolicesimo conservatore ma anti-tradizionale, in promotore di quella "difesa dei cattolici del mondo" che è legata strettamente alla questione della convivenza con l'Islam.
Introvigne non è un vaticanista di professione, ma di fatto, orienta l'opinione pubblica.
Pensiamo poi alle recenti critiche al manifesto di intellettuali e giornalisti critico verso Assisi e pubblicato dal Foglio. In questo contesto un ruolo fondamentale è stato giocato da alcuni blog e siti che formalmente raccolgono notizie vaticane e le diffondono, ma in realtà orientano il giudizio dei lettori attraverso il recupero di articoli periferici ma dai forti connotati opinionistici. Così anche il giornalista della gazzetta della val Brembana (per fare un esempio) si ritrova a parlar male di Agnoli e Palmaro dalle pagine di questi siti e ad esser letto da tanti attenti fedeli che prendono per oro colato ciò che costui afferma adeguandosi nel segno del conformismo ai commentari del Corriere della Sera...
Lo scopo ufficiale è quello di difendere il Papa, ma chi ha mai detto che un manifesto di intellettuali innamorati del Papa debba essere un "attacco al Papa"?
Un altro strumento interessante è costituito da nuovi portali giornalistici cattolici, perché numerosi articoli diffusi in rete, anche in questo caso, tendono ad orientare l'opinione verso posizioni per lo più conservatrici, ma avverse a ciò che viene comunemente considerato legato alla "tradizione". Sarebbe a dire: difesa ad oltranza del Papa, esaltazione di ogni atto approvato dal Papa e promosso in generale dalla Chiesa, critiche al resto del mondo. In questo contesto mantengono ancora una coscienza critica pochi singoli giornalisti garantiti dai propri editori. Il quadro è però chiaro: il web sta diventando sempre più un campo di battaglia ideale per delineare visioni, stati d'animo collettivi, un pensiero dominante e condiviso di ciò che accade nel Cattolicesimo e di come andrebbero interpretati gesti, parole, atti del Papa e delle gerarchie ecclesiastiche.
Molti commenti, dunque, e tendenzialmente uniformati sulla linea di una piena adesione al Concilio Vaticano II e di forte continuità con le movenze e gli indirizzi del pontificato di Giovanni Paolo II, annientando la portata di quelle novità essenziali ma forse politicamente marginali (in campo ermeneutico e liturgico) introdotte da Papa Benedetto.


Gli eventi più recenti e il ritorno di Giovanni Paolo II

Questa situazione esterna di orientamento dell'opinione dei fedeli cattolici in Italia e, conseguentemente anche nel mondo, risulta oggi estremamente interessante, se letta alla luce dei seguenti eventi recenti. Ne riassumo in breve la cronologia:

1 Gennaio 2011: il Papa annuncia Assisi III
3 Gennaio 2011: il Papa parla di "fedi religiose"
4 Gennaio 2011: il Papa nomina un nuovo prefetto alla Congregazione per i religiosi vicino ai Focolarini
10 Gennaio 2011: Discorso sulla libertà religiosa
13 Gennaio 2011: Il Purgatorio "fuoco interiore" e "non luogo"
14 Gennaio 2011: Annuncio della Beatificazione di Giovanni Paolo II
15 Gennaio 2011: Annuncio del prossimo incontro con i fondatori del Cammino Neocatecumenale (speriamo non in tuta Adidas!) e annuncio dell'approvazione delle catechesi del Cammino Neocatecumenale; nomina di un protestante a capo della Pontificia Accademia delle Scienze.

Sarebbe difficile sintetizzare il senso di questa progressione, ma è evidente che qualcosa sta cambiando. Nel 2006 il Papa aveva rinunciato alla partecipazione ad Assisi III, pur invitato dalla Comunità di Sant'Egidio: inviò soltanto un messaggio, ritornando sulla questione del sincretismo e del relativismo che potrebbero emergere da una non corretta interpretazione dello "spirito di Assisi".
Oggi invece il Papa sembra porsi in diretta continuità con il predecessore, partecipando ad un evento "mediatico" che resta tale. Perché la Chiesa non opera mediaticamente nè con i grandi raduni, nè tantomeno attraverso i gesti simbolici, ma opera attraverso l'annuncio del Vangelo e l'azione salvifica della Santa Messa.
Nessuno può dunque affermare che Assisi III non sia altro che un evento mediatico di quelli programmati dalla Comunità di Sant'Egidio ogni anno, nella memoria di Giovanni Paolo II (quasi che Benedetto XVI non sia mai esistito!).
Sulle "fedi religiose" ha già detto qualcosa Mons. Fellay, ma lui è sospeso a divinis, quindi non dovrebbe parlare... Sulla "libertà religiosa" cercherò di dire qualcosa nei prossimi giorni. Sul Purgatorio, anche qui, siamo non certo al cambiamento della dottrina millenaria della Chiesa, ma a un cambiamento sottile dell'immaginario collettivo, l'introduzione di una ambiguità (?) interpretativa che facilmente ridotta dai mass media, induce un indebolimento della fede dei semplici.
Il Purgatorio è sì uno stato ("il purgare l'anima dal peccato"), ma nella tradizione è anche un luogo. Perché ogni evento non può non accadere nel tempo e nello spazio. Non a caso il purgatorio ha una durata dipendente dal peso dei peccati. E questa durata la possono ridurre gli uomini attraverso le preghiere. E soprattutto, nel Trattato sul Purgatorio di Santa Caterina da Genova esso viene connotato ben quattro volte in due pagine come "luogo".
Sul fuoco invece, bisogna aggiungere che non è meramente interiore, né Santa Caterina lo definisce tale. E' un fuoco esteriore, nella tradizione parificato a quello dell'Inferno. E basta andare sul Lungotevere nella chiesa che ospita il Museo del Purgatorio per vedere una serie di testimonianze di questo fuoco esteriore...
Sulla beatificazione di Giovanni Paolo II nessuno può dire nulla. Certo non si tratta, nel magistero, di un atto infallibile del Papa, ad ogni modo ciò che fa specie è che al ritardo subito dalla causa di beatificazione nel corso del 2010, per via dell'impatto degli scandali pedofili, in gran parte avvenuti e coperti sotto il pontificato di Giovanni Paolo II, abbia fatto seguito una improvvisa accelerazione. E come non pensare che in questo caso l'immagine, la vita, il ricordo di Giovanni Paolo II siano in qualche modo sfruttati per generare consenso?
Sappiamo bene che Giovanni Paolo II è un papa molto amato, che è ancora nei nostri cuori, che illumina ancora le nostre coscienze, ma la sua beatificazione la percepisco personalmente come l'esito di un meccanismo di consenso che paradossalmente finisce per farne apprezzare meno la grandezza umana con tutti i limiti propri della condizione dell'uomo. Ma si sa, in Vaticano sono molti ad aver ricevuto miracoli da Papa Wojtyla, a partire dal suo storico segretario, oggi Cardinale, che mai sarebbe riuscito ad arricchirsi (spiritualmente?) senza restar vicino al Beato Pontefice. E un altro miracolato è certamente il Cardinal Sodano il quale permane decano del Collegio Cardinalizio, nonostante siano accertate le sue responsabilità nella copertura dei crimini notissimi in Vaticano del fondatore dei Legionari di Cristo, una vera e propria bestia travestita da prete...
Chiaramente se letta alla luce della strategia mediatica iniziata con il libro-intervista e il suo contenuto che va al di là del mero caso profilattico, la beatificazione di Papa Wojtyla risulta un mezzo per il rilancio dell'immagine della Chiesa. Ma ha anche dei risvolti sul papato di Joseph Ratzinger.
Ciò che molti hanno letto come una certa discontinuità di Ratzinger rispetto al Papa Polacco, potrà essere da oggi in poi direttamente cassato. Se il revival wojtyliano durerà per il resto del pontificato non riuscirà difficile ad un prossimo Pontefice (che possa giungere fra cento anni!) annunciare la continuità con Benedetto XVI, mentre in realtà di Benedetto si potrà agevolmente prendere a modello solo questa fase wojtyliana.
E veniamo all'ultima news, la più sconvolgente: il Cammino Neocatecumentale è definitivamente approvato. Ci si augura che i 14 volumi di Catechesi siano pubblicati prossimamente, ma chiaramente chi potrà affermare che vi son contenute eresie? Nessuno. E chi potrà criticare il Cammino dopo l'ennesima approvazione papale? Nessuno. E quale Vescovo potrà opporsi all'avanzata del Cammino? Nessuno.


Gli interrogativi allarmanti e il ruolo del Papa

Ma domandiamoci anche: come si sposa il Cammino con la tradizione millenaria della Chiesa? Qual è la sua continuità con il Magistero?
Come rispondere a queste domande?
In una Chiesa che assume sempre più l'aspetto di un grande supermarket dei carismi e delle inclinazioni la Verità e l'Unità finiscono per vaporizzarsi nelle sensibilità. Le forze centrifughe sono in azione e la fede degli uomini in Cristo minaccia di trasformarsi in etereo individualismo, nel soggettivismo delle opinioni liturgiche, teologiche ed ecclesiologiche.
In tutto questo come si pone l'operato del Papa? Ebbene, qui, cari amici, credo ci sia l'equivoco principale. Perché sebbene il Papa sia essenzialmente colui che compie le scelte e prende le decisioni, cionondimeno il Papa non agisce da solo e il suo pensiero è sempre stato chiaro. Tuttavia il Papa porta su di sé il peso della Chiesa e sa che le pressioni nei confronti di Pietro potrebbero sono tese a minacciare la Chiesa nella sua interezza. Perciò si assume il grave fardello della mediazione e della comunione, perciò cerca di bilanciare gli equilibri e di fare in modo che col tempo gli animi si plachino. Ma nessuno può affermare che il Papa liberamente prenderebbe tutte le decisioni e pronuncerebbe tutti i discorsi che sinora ha pronunciato. E chi racconta che il Papa è l'unico e indiscusso autore e ideatore dei suoi discorsi e delle iniziative di cui è protagonista, oltre che disorientare i fedeli, non fa altro che mentire.
Perché tutti sanno quanto forte fosse in Vaticano fino a qualche anno fa il potere della cosiddetta "sacra corona", oscuri funzionari della Segreteria di Stato che controllando la redazione dei discorsi del Pontefice e coadiuvando l'attività del Sostituto per gli affari generali, riuscivano a gestire buona parte dell'attività del Papa, orientandola paurosamente verso i propri indirizzi.
E tutti sanno che Mons. Filoni è il protettore dei Neocatecumenali, assieme al polacco Cardinal Rylko. E tutti sanno che il Cardinal Bertone, sebbene unito da una amicizia personale al Santo Padre, politicamente agisca in Vaticano solo pro domo sua.
Nella situazione di panico e di timore seguita alla presa di coscienza dei danni prodotti sulla fede dallo scandalo pedofilo, in molti hanno quindi creduto opportuno "aiutare" il Papa a risuscitare la fede e a trovare misure di rilancio del Cattolicesimo. Ciò è accaduto anche in ritardo, perché in Vaticano la difficoltà della situazione è stata percepita mesi dopo, essenzialmente nella calma estiva, mentre il Papa colloquiava con Peter Seewald.
E di questo stato d'emergenza sono stati in molti ad approfittarne, specialmente i movimenti più ricchi finanziariamente e quindi più favorevolmente accolti alla corte del Papa (perché solo così si passano le strette maglie della Segreteria di Stato onde accedere direttamente al Papa). Così in un sol colpo tre importanti movimenti hanno ottenuto tre successi in due settimane: i Focolarini attraverso la nomina del nuovo Prefetto degli Istituti di vita consacrata, i membri della Sant'Egidio ottengono Assisi III, i Neocatecumenali sono pienamente riconosciuti. Ma non bisogna credere che l'accesso al Papa costituisca una automatica approvazione o l'ottenimento di soddisfazioni private. Molto semplicemente ciò che viene comunicato direttamente al Papa può condizionare il suo giudizio, ma soprattutto garantisce visibilità a coloro che egli incontra (come nel caso dei neocatecumeni recentemente presentatisi in abiti generalmente dimessi: Kiko come un impiegato delle poste, Carmen con tuta adidas degna di una casa di riposo per ricchi di Beverly Hills e don Pezzi senza la talare che probabilmente non ha mai indossato in vita sua).


Cum Petro et sub Petro!

Tendenzialmente c'è sempre stata la tentazione di interpretare il Papa come un uomo solo e indifeso, assediato da innumerevoli nemici. Questa interpretazione è spesso un alibi comodo per coloro che attribuiscono al Papa decisioni che fan piacere a loro e ai nemici del Papa decisioni più amare e spiacevoli, alibi che il Papa stesso ha cercato di smentire nel suo libro intervista. Eppure oggi, mentre in pochi giorni si elevano i piani della Babele cattolica, non possiamo fare a meno di pensare che non sia certo intenzione del Papa creare maggior confusione nell'arena della Chiesa. Egli che ha sempre richiamato all'unione sotto Pietro, che ha sempre richiamato al valore della Verità, contro il relativismo e la sua dittatura, non può agevolmente produrre un contesto di confusione, nel quale ognuno parla la sua lingua e ognuno conduce le proprie battaglie per interessi particolari e non generali.
Ergo il Papa non può essere considerato l'autore di tutte le trasformazioni che stiamo osservando, ma è al contrario l'ebollizione di un Cattolicesimo senza la bussola puntata su Cristo, a produrre le trasformazioni cui assistiamo. Ed è la società mediatizzata a richiedere quale ricetta per il rilancio della fede il ritorno alle iniziative mediatiche, il ritorno all'esaltazione della Personalità, di Giovanni Paolo II quale "modello di Papa" e non alla difesa del Papato in sè. Conseguentemente se è necessario sfruttare il carisma personale del defunto pontefice polacco se ne devono adottare anche le scelte e le movenze tipiche.

Perciò il cattolico semplice, quello che non appartiene a conventicole e movimenti e che è stupito dagli ultimi eventi cosa dovrebbe fare?

A mio parere dovrebbe amare il Papa e onorarlo sempre. Amare la Chiesa senza ragioni mondane, ma solo ultramondane. Non perché beatifica o non beatifica questo o quel grand'uomo, non perché accresce la confusione della fede, promuovendo le catechesi parallele dei Neocatecumenali, non perché preme così tanto sul Papa da riuscire a convincerlo della necessità di un ritorno allo stile Giovanni Paolo II. Così non agisce la Chiesa di Cristo, ma soltanto alcuni uomini. La Chiesa è fatta di tante anime che pregano e sono unite al Signore. E per essere autenticamente uniti al Signore bisogna restare con Pietro e sotto Pietro, senza farsi ingannare da quella mondanità ormai penetrata nel Santuario, ma dando testimonianza di viva spiritualità, di continuità con i nostri padri, di fede nell'Istituzione divina e non meramente in questa o quella personalità umana. E in questo i fedeli legati alla tradizione, diciamo pure i tradizionalisti, hanno molto da insegnare all'intero ecumene cattolico. Perciò non demoralizzatevi e non stupitevi, ma operate in spirito di Verità perché ogni ricetta di rilancio della fede fondata su mezzi e fini meramente umani non può che essere transitoria e a lungo andare fallimentare. Solo attraverso l'annuncio della fede in Cristo e la preservazione della tradizione della Chiesa Cattolica possiamo superare la crisi della Chiesa, quella attuale e quella cominciata con l'ubriacatura del Concilio, cinquant'anni fa. E su questo il Vicario di Cristo sicuramente è d'accordo con noi.
 

L'analisi dell'amico Colafemmina è molto condivisibile tuttavia tende, sicuramente per amore verso il Pontefice, a giustificare e salvare l'operato del Papa, con questo non voglio asserire che la colpa di tali scelte sia principalmente del Papa ma come non domandarsi come può Benedetto XVI che è uno dei più grandi teologi del XXI secolo ignorare la palese "non-cattolicita'" delle tesi di Arguello e del suo pseudo catechismo?
Come può il Papa insegnare in maniera opinabile sulla questione del Purgatorio?
La teologia tradizionale che anche per il Purgatorio, e non solo per Inferno e Paradiso, parla di status et locus: 
"Locus purgatorii est locus inferior, inferno coniunctus; ita quod idem sit ignis qui damnatos cruciat in inferno, et qui iustos in purgatorio purgat, quamvis damnati, secundum quod sunt inferiores merito, et loco inferiores ordinandi sint" (S. Thoma, Summa Theol., Appendix, Articuli duo de Purgatorio, art. II, corp.).
Come giustamente fa anche notare il Dott. Pastorelli: "Quella del Papa è una posizione personale e non definitiva. Del resto ciò non deve meravigliare: il suo insegnamento sul Limbo dei bambini non è in linea con l'insegnamento tradizionale. Sostiene il card. Ratzinger, ed ora il suo pensiero s'è riversato nel CCC, che l'esclusione dalla salvezza dei bambini morti senza Battesimo, e quindi macchiati del peccato originale, è solo "ipotesi teologica" atta a rafforzar la tesi che il Battesimo è la via ordinaria per la salvezza, mentre è verità di fede asseverata da concili e Papi e catechismi: senza il Battesimo non ci si può salvare - salvo alcuni casi particolari che qui non tocco - ed i bambini morti senza battesimo saranno eternamente nel Limbo in una condizione di felicità naturale, per cui è necessario battezzarli il prima possibile dopo la nascita. Peccano gravemente i genitori che pongono i figli, in caso di morte, nella condizione di non aver la vita eterna (Ultime chiare affermazioni: Catechismo Maggiore di S. Pio X, artt. 562-563) e Pio XII, Discorso alle ostetriche)."

Personalmente ritengo che coloro che si auspicavano la "Restaurazione" tanto da definire Ratzinger il Papa Restauratore hanno preso un abbaglio, il Pontefice regnante, salvo qualche briciola concessa ai tradizionalisti, è in perfetta continuità ermeneutica dei Papi post conciliari.

1 commento:

  1. Una cosa è certa; uno spirito, quello del "Concilio", stava estinguendosi e adesso ricompare sotto altre spoglie: spirito d'Assisi.
    Direi che l'anno nuovo è iniziato molto bene per l'ortodossia cattolica:
    1 Gennaio 2011: il Papa annuncia Assisi III
    3 Gennaio 2011: il Papa parla di "fedi religiose"
    4 Gennaio 2011: il Papa nomina un nuovo prefetto alla Congregazione per i religiosi vicino ai Focolarini
    10 Gennaio 2011: Discorso sulla libertà religiosa
    13 Gennaio 2011: Il Purgatorio "fuoco interiore" e "non luogo"
    14 Gennaio 2011: Annuncio della Beatificazione di Giovanni Paolo II
    15 Gennaio 2011: Annuncio del prossimo incontro con i fondatori del Cammino Neocatecumenale (speriamo non in tuta Adidas!) e annuncio dell'approvazione delle catechesi del Cammino Neocatecumenale; nomina di un protestante a capo della Pontificia Accademia delle Scienze. (Fonte: Fides et Forma)

    L'importante che Ratzinger sia felice (Angelus docet) così come lo era quando girava in giacca e cravatta durante il "Concilio".

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