venerdì 21 gennaio 2011

LA DEVASTANTE LETTERA DI MONS. MIZOBE SUL CAMMINO NEOCATECUMENALE E LE PRESSIONI DEL VATICANO



Lettera Pastorale del Nuovo Anno di Mons. Osamu Mizobe


All’inizio di quest’anno vi invio i miei auguri. Prego che quest’anno potrete camminare con me, il vostro Vescovo, per portare “rinascita e unità” nella nostra diocesi.
Lo scorso 13 dicembre 2010, dopo aver ricevuto un messaggio dalla Segreteria di Stato nel quale manifestavano il desiderio di avere una discussione in merito al Cammino Neocatecumenale, mi sono recato a Roma con altri tre Vescovi giapponesi. Presumevamo che ci saremmo incontrati intorno a un tavolo con il Santo Padre, il Segretario di Stato, Cardinal Bertone, e il Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, Cardinal Dias.

Quando siamo arrivati nel nostro hotel, però, siamo stati avvisati che il luogo e l’ora del nostro appuntamento erano stati cambiati e che il Santo Padre, cinque Cardinali e un Arcivescovo (sottosegretario della Segreteria di Stato) ci avrebbero attesi. Con nostra sopresa anche il Vescovo Hirayama è stato incluso nell’incontro, che è proceduto con l’aiuto di una traduzione simultanea. Non entrerò in dettagli sui contenuti dell’incontro.

Il 2 gennaio e il 16 gennaio edizioni del Quotidiano Cattolico del Giappone ha pubblicato un articolo riguardante l’incontro e ve ne sono anche concrete informazione nei canali cattolici sui internet riguardo al contenuto dell’incontro.

Alla fine dell’anno e all’inizio di quest’anno molti sacerdoti e laici della diocesi hanno chiesto un report dell’incontro di Roma. Mi è stato chiesto quale sarebbe il futuro comportamento della Diocesi di Takamatsu riguardo il Cammino Neocatecumenale.

Ho anche ricevuto penose ammonizioni secondo le quali mantenere la posizione di “non sapere e non parlare” sarebbe stato inammissibile. In internet sia in Giappone che a livello internazionale il fatto che i Vescovi del Giappone sono stati chiamati a Roma è stato ampiamente diffuso. Potete leggere su internet che l’Arcidiocesi di Clifton in Inghilterra ha vietato tutte le attività del Cammino e che la Conferenza dei Vescovi della Palestina ha pubblicato un documento che chiede al Cammino Neocatecumenale di praticare l’autocontrollo nelle sue attività.
Recentemente l’Arcivescovo dell’Arcidiocesi di Lingayen-Dagupan nelle Filippine ha annunciato che sarà fatta una ispezione del Cammino Neocatecumenale nell’Arcidiocesi. Commenti in italiano, spagnolo ed inglese riguardanti articoli sul Cammino sono facilmente disponibili su internet. Ciò che questi articoli ci dicono chiaramente è che i problemi con il Cammino Neocatecumenale non sono esclusivi della Diocesi di Takamatsu e della Chiesa del Giappone. L’intero mondo sta prestando attenzione al Giappone. A causa della serietà dell’argomento, ho quindi preso la decisione di raccontare chiaramente ciò che è accaduto e spiegarvi qual è l’atteggiamento della nostra diocesi.

Dopo esser tornato da Roma, il nunzio apostolico ci ha chiesto un incontro il 23 dicembre. L’arcivescovo Okada di Tokyo e tre Vescovi hanno partecipato all’incontro. Ci è stato detto che c’erano forti possibilità che un inviato speciale del Santo Padre sarebbe stato inviato in Giappone. Fino ad allora, tuttavia, in relazione alle attività del Cammino si era concordato che ciascun Vescovo fosse libero di procedere come ritenesse più opportuno per la propria diocesi.

All’incontro a Roma, i quattro Vescovi del Giappone hanno enfatizzato che questo problema riguarda le leggi disciplinari della diocesi, dal momento che questa è sottoposta alla giurisdizione dell’ordinario del luogo. Abbiamo enfatizzato che il fatto che il Cammino Neocatecumenale sia stato approvato da Roma non implica automaticamente che una diocesi locale debba accettare i suoi membri.

Abbiamo anche enfatizzato che il fatto che la persona che comprende meglio la situazione della chiesa locale è il suo Vescovo e che ogni decisione presa a Roma dovrebbe cominciare con una discussione con gli ordinari del luogo. Le opinioni dei Cardinali partecipanti all’incontro sono state differenti, e l’incontro è stato semplicemente una espressione dell’opinione di ciascuno lì presente. E’ stato chiaro che il fatto che la Conferenza Episcopale del Giappone abbia preso la decisione di sospendere le attività del Cammino Neocatecumenale è un grande problema per il Vaticano. E’ stato necessario, quindi, pensare ad un piano d’azione. In questo senso il Santo Padre ha affermato che avrebbe pensato positivamente all’invio di un inviato speciale del Papa in Giappone.

L’inviato speciale del Vaticano arriverà certamente nella nostra diocesi. Se guardiamo all’altro lato della decisione della necessità di inviare un inviato speciale, possiamo realizzare quanto ampia sia la spaccatura nella nostra diocesi. Inoltre, questa è la seconda volta che un simile inviato arriverà. Nel 2003 il Cardinale Kim della Korea fu inviato come inviato speciale nella nostra diocesi e dopo la sua visita compilò un report dettagliato. In questo report analizzò la situazione della diocesi e propose vie per rimediare la situazione. Il Cardinal Dias, prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, ha detto che l’inviato sarà mandato ad ascoltare le opinioni dei fedeli della diocesi. Fino a questo momento ho cercato di affrontare il problema del Cammino Neocatecumenale con la massima pazienza e senza fare dichiarazioni pubbliche. Aspettavo che i membri del Cammino Neocatecumenale decidessero di usare l’autodisciplina nelle loro attività. Ora che questo problema è diventato una questione mondiale, comunque, non posso più aspettare.

Come Vescovo della Diocesi di Takamatsu sono arrivato alle seguenti conclusioni sul Cammino Neocatecumenale. Il problema concerne la Chiesa locale, ossia la Diocesi di Takamatsu. E’ una questione che può essere sistemata solo qui nella diocesi. Il Santo Padre e i Prefetti delle Congregazioni sono d’accordo che questo è un problema della Chiesa locale e che è il Vescovo che lo deve gestire.

Non è permesso ad alcuna organizzazione o movimento di usare qualsiasi potere nell’ostacolare il Vescovo dal prendere decisioni nella sua diocesi. E’ importante per tutti noi sinceramente e seriamente affrontare gli eventi che sono accaduti nella diocesi negli scorsi 20 anni e che stanno ancora accadendo. Questo non è il tempo di dedicarsi solo agli interessi di un gruppo ma è il tempo di pensare a strade attraverso le quali ciascuno possa servire la diocesi. Nella nostra diocesi, raccolta attorno al nostro Vescovo, ci troviamo dinanzi ad un punto di svolta importante sulla strada verso una autentica “rinascita e unità”.

La conclusione alla quale sono giunto è che, fino a quando non avremo ricevuto i risultati della visita dell’inviato speciale del Santo Padre, io chiedo di sospendere tutte le attività del Cammino Neocatecumenale nella diocesi. Questa decisione è stata approvata sia dal Consiglio Presbiteriale che dal Consiglio Pastorale della diocesi. Non è una decisione che significa che il dialogo è finito ma piuttosto una opportunità di riflessione per tutti noi.

Quando un processo si disperde, si dice che uno debba sempre ritornare al punto di partenza. Io credo che “ORA” sia un buon tempo per noi di ritornare al punto di partenza. Questa decisione non significa che i membri del Cammino Neocatecumenale siano esclusi dalla diocesi. Il mio desiderio è che usiamo questo tempo di riflessione per rendere possibile un vero dialogo. Rispetto i membri del Cammino Neocatecumenale e spero che possano prendere parte attiva nelle attività della diocesi. Vorrei anche che tutti i membri della diocesi possano svolgere un ruolo attivo nel processo di tre anni che è cominciato per rivitalizzare la nostra diocesi. Non c’è una sola persona nella diocesi che possa essere esclusa dallo svolgere una parte in questo processo.

20 Gennaio 2011

Osamu Mizobe

Diocesi di Takamatsu

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