sabato 19 febbraio 2011

I seminaristi ambrosiani implorano il Papa di estendere il motu proprio a Milano


Beatissimo Padre,
Cari lettori, 

a Milano vogliamo il Motu Proprio, e lo vogliamo anche in Seminario, dove invece ci vengono propinate liturgie protestantizzanti modello “BOSE”.

Santo Padre, Eminenze, Eccellenze, fedeli tutti, venite a vedere come si celebra nel Seminario di Milano, gli arredi liturgici della nostra cappella, la sedicente statua della Madonna (una donna svestita che siede davanti al Tabernacolo in atteggiamento sensuale!). Vi renderete conto. Comprendiamo bene che i tempi cambiano, che la storia cambia, ma il cuore della gente ha bisogno delle risposte di sempre, di una Verità che è sempre uguale: Gesù Cristo lo stesso ieri oggi e sempre.

Perché, come cattolici e come seminaristi, non possiamo essere formati alla conoscenza della Tradizione bimillenaria della Chiesa? Non chiediamo che venga imposto il rito antico. Ci sta bene che resti in forma straordinaria. Ma perché non possiamo studiarlo ufficialmente, e saltuariamente anche celebrarlo e pregarlo, piuttosto che farlo di nascosto, clandestinamente, all'insaputa del Rettore e del Padre spirituale, di notte, nelle nostre stanze, come se fosse un atto di disobbedienza alla Chiesa?

Al contrario, però, ci viene imposta una sensibilità liturgica creativa inventata dalla comunità di Bose, che non è la nostra vocazione, non è quello per cui abbiamo scelto di seguire il Signore nella Chiesa cattolica. Non vogliamo fare i preti per vivere alla Bose o per celebrare riti sincretistici. Chi ha quella sensibilità è liberissimo di andare a Bose.

Vogliamo poter cantare il Tantum Ergo in latino (di regola vietato!), non solo i canoni di Taizè in inglese o in spagnolo.

Possibile che chi la pensa così debba vivere nel nascondimento, tacendo e fingendo che tutto vada bene?
Che male c'è, ci chiediamo, a voler essere cattolici del terzo millennio, evangelizzatori del nostro tempo e nel contempo poter pregare come sempre hanno pregato i sacerdoti, i laici della Chiesa ambrosiana CATTOLICA?

Lo ribadiamo: non vogliamo assolutizzare, non vogliamo un ritorno assoluto al rito VO, ma vogliamo un rispetto vero, autentico, non ideologizzato, verso la Chiesa, la Sua storia, la Sua Tradizione, la Sua ricchezza spirituale che può nutrire veramente un'anima che voglia conformarsi a Cristo Sacerdote.

Grazie a tutti per il ricordo nelle Vostre preghiere di quanti, come noi, cercano di seguire il Signore, nel solco della Sua Chiesa, con le nostre difficoltà e i nostri limiti, ma illuminati dalla splendida grazia di Nostro Signore Gesù Cristo.

Ci auguriamo che questo nostro umile appello possa giungere al cuore di chi ama la Chiesa e di chi vuole servire i fratelli nelle cose che riguardano Dio.

Santi Ambrogio e Carlo, intercedete per noi.

In Gesù e Maria,

Alcuni Seminaristi di Seveso
(Arcidiocesi Metropolitana di Milano)
 

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