mercoledì 18 maggio 2011

Una riflessione sull’Istruzione Universae Ecclesiae



di
Un fedele della Santa Chiesa Cattolica Apostolica Romana


Il 13 Maggio A.D. 2011, memoria dell’Apparizione della Madonna a Fatima, è stata pubblicata dalla pontificia Commissio Ecclesia Dei, l’Istruzione Universae Ecclesiae, per la corretta applicazione del motu proprio Summorum Pontificum cura.

L’Istruzione all’articolo 19 stabilisce che:
i fedeli che chiedono la celebrazione della forma extraordinaria non devono in alcun modo sostenere o appartenere a gruppi che si manifestano contrari alla validità o legittimità della Santa Messa o dei Sacramenti celebrati nella forma ordinaria e/o al Romano Pontefice come Pastore Supremo della Chiesa universale.

Su questo punto vorremmo fare qualche riflessione. Esso innanzitutto mette insieme due concetti tra loro molto diversi lasciando che nella mente di chi legge essi si leghino l’uno all’altro: la validità e legittimità dei sacramenti con il Novus Ordo da una parte e la legittimità del Papa quale Pastore supremo della Chiesa universale dall’altra.

I cattolici fedeli alla Tradizione che hanno contestato e contestano la riforma liturgica del ‘68 (ivi compresi i diversi Cardinali quali, ad esempio, Ottaviani, Bacci, Siri, gli arcivescovi mons. Marcel Lefebvre, mons. De Castro Mayer, tutti quelli della vecchia Curia Romana e del Coetus Internationalis Patrum e molti altri), sono stati o rimasti tra i pochi veri sostenitori del Romano Pontefice quale supremo Pastore della Chiesa Cattolica contro la collegialità sostenuta, invece, da
modernisti eretici che, nella chiesa conciliare, oggi detengono la maggioranza.

Finanche i sedevacantisti non contestano il Romano Pontefice quale Pastore supremo della Chiesa. Anzi semmai, concludono affrettatamente che la sede pontificia sia vacante, sulla base degli atti degli Pontefici “conciliari”, quali il falso ecumenismo, (come quello scandaloso di Assisi, che viola esplicitamente il primo Comandamento), le visite alle sinagoghe senza un cenno alla necessità della conversione a Cristo e l’affermazione che l’Antica Alleanza non sia stata mai revocata (il che è contro la Passione di Nostro Signore e il suo Sangue preziosissimo versato e necessario per la salvezza), le eresie esplicite e pubbliche come il moderno origenismo (secondo cui Nostro Signore, incarnandosi, avrebbe già redento ogni uomo, indipendentemente dalla sua volontà e della sua adesione o rifiuto di Cristo), la rinuncia della Chiesa all’azione magisteriale di
insegnamento della verità e condanna dell’errore (la cosiddetta “medicina della misericordia”, lo stile “pastorale”) etc.
La condizione posta dall’Istruzione, è un ulteriore segno che la “medicina della misericordia” oggi si applica a tutti tranne a chi si è accorto che un nuovo ordine regna in Vaticano dal 1960 e, pertanto, necessariamente è costretto a contestare il nuovo corso per rimanere cattolico.

I cattolici fedeli alla Tradizione che hanno contestato e contestano la riforma liturgica del ‘68 sanno invece che essa è stata realizzata da un massone piduista, mons. Annibale Bugnini, spalleggiato e supportato da poteri forti e occulti, che già allora avevano molti infiltrati in Vaticano.
Sanno che è stata fatta con la consulenza di sei pastori luterani e secondo uno spirito di irenismo con l’intento di distruggere il significato di Sacrificio della Santa Messa cattolica, dogmaticamente sancito dal Concilio di Trento, e instaurare al suo posto un memoriale storico-sentimentale della Coena Domini, secondo le intenzioni di Martin Lutero, eretico, scomunicato, omicida e suicida.

L’articolo 19 scavalca, inoltre, la Dottrina di sempre, bene espressa dal Catechismo di San Pio X il quale stabilisce che per fare un sacramento si richiede un ministro il quale abbia l’intenzione di fare ciò che fa la Chiesa cattolica. Ora, mentre il rito latino-gregoriano o “tridentino” esprime in modo non ambiguo l’intenzione e il significato di ciò che si fa, vincolando il sacerdote a celebrare,
in persona Christi, il medesimo Sacrificio della Croce in modo invisibile ma reale, nel Novus Ordo corredato dalla sua Instructio Generalis, la messa è definita invece come una sacra assemblea ove, non il prete, ma la stessa assemblea “celebra”, sotto la “presidenza” del prete. E che cosa celebra?
Una cena. Una cena dalla quale è stato abolito il significato di sacrificio espiatorio. L’odierna prassi liturgica di queste “cene” infine, con le sue trascuratezze sacrileghe (mai sanzionate) verso le specie eucaristiche, ribadisce nelle menti il concetto protestante: abolire la fede nella Presenza Reale nel
Santissimo Sacramento di Corpo Sangue Anima e Divinità di Nostro Signore.
Se lex orandi lex credendi, l’evidenza impone a credere che ormai manca del tutto la Fede teologale nei preti conciliari.

La condizione posta dall’Istruzione non lascia al fedele cattolico il beneficio del dubbio di fronte ad un nuovo rito che possa ritenere pericoloso per la fede e non lascia la possibilità di rimanere aggrappato alla Tradizione, a pregare come si è sempre pregato e credere ciò che si è sempre creduto, diritto, questo, riconosciuto dai Sommi Pontefici a partire da san Gregorio Magno.
Al contrario semmai, per il maggior bene delle anime, la celebrazione con il rito di sempre si dovrebbe concedere a maggior ragione a coloro che hanno dubbi sul rito nuovo tanto da doversi astenere di parteciparvi, altrimenti la conseguenza è la privazione dei Sacramenti con grave frode di un diritto fondamentale dei fedeli e della suprema lex salus animarum che è il fondamento di tutto il Diritto Canonico. È ovvio, per di più, che chi è costretto ad astenersi dal partecipare ad un rito anche solo dubbio, rivela di prendere molto sul serio le cose di Dio, come dovrebbero tutti.
Pertanto siamo davanti ad una situazione paradossale: viene concessa dal Vescovo ai protestanti la chiesa di san Pietro Martire a Verona, vengono ammessi alla Comunione sacramentale gli “ortodossi” e perfino i protestanti, ma sarà negata la vera Santa Messa di sempre ai Cattolici perplessi dal nuovo ordine.

L’Istruzione non pone, invece, nessun vincolo di non appartenere a gruppi, tra cui molti sacerdoti e vescovi moderni, che dichiarano l’inesistenza dell’inferno, che mettono in discussione i dogmi di fede o ne vogliono l’ “evoluzione”, che simpatizzano con la Massoneria, che resistono pubblicamente al Papa in materia erronea, che sostengono la liceità di divorzio, aborto, contraccettivi, matrimonio ecclesiastico, donne prete, che sostengono la laicità dello Stato, la sua separazione dalla Chiesa, l’insegnamento di false religioni nelle scuole, favoriscono la diffusione delle sètte, degli omosessuali nei seminari, che coprono e trasferiscono qua e là pedofili anziché processarli e ridurli allo stato laicale, etc. Con loro il Vaticano moderno apre, dialoga, accoglie, ma sottopone al sinedrio i fedeli alla Tradizione. Ogni cattolico dovrebbe drizzare le antenne: c’è qualcosa che non va.

Chi scrive vuole adesso rispondere in anticipo all’obiezione che verrà sollevata dai farisei:
«Ecco la mentalità che si forma seguendo i gruppi in odore di scisma.»
No, miei cari signori, questa è la mentalità che obtorto collo qualunque persona coerente si forma dopo aver avuto a che fare con le Curie moderne.
L’inganno della pseudorestaurazione è forte ma ben celato; l’Autorità fa leva sull’obbedienza, ma si tratta di un’obbedienza indiscriminata che va contro la Fede o contro la premunizione di conservarla. Per una vera restaurazione non basterà che ci sia la Messa, se questa viene celebrata da preti indottrinati dal neomodernismo imperante che nega i Diritti Divini di Cristo nell’ordine
sociale, se non si risolvono i problemi dottrinali esiziali che pongono il Cristianesimo entro l’ampio alveo del relativismo e professano che attraverso tutte le religioni i popoli possano piacere a Dio.

In conclusione l’Istruzione contiene ben nascosta una malizia di fondo, uno stiletto nascosto per pugnalare la Chiesa al cuore: proporre un falso conservatorismo nel tentativo di sviare gli ingenui per allontanarli dal sostenere quei pochi Vescovi, Sacerdoti e Religiosi ostracizzati, Fraternità Sacerdotale San Pio X in testa, rimasti fedeli, in questi cinquant’anni di rumorosa apostasia, alla Santa Chiesa Cattolica Apostolica e Romana di sempre.

A quanto pare, il potere dell’anticristo avanza e il Grande Castigo annunciato a Fatima sarà inevitabile, ma il solo Cuore Immacolato di Maria annienterà il serpente.


Fonte: Una Vox

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