venerdì 25 novembre 2011

Nella stretta morsa dell'Islam

Asia BibiUN LIBRO DA LEGGERE: Blasfema - La storia di Asia Bibi racontata da lei stessa. La sua vita è cambiata per sempre un certo giorno di giugno 2009...



Guardo le mie compagne di raccolta, con le teste e le mani affondate nei cespugli o nelle bacinelle. Sembrano completamente concentrate sul lavoro… Nonostante il caldo, continuano la loro opera con la stessa lena con cui hanno iniziato. Prendo un secchio d’acqua e vi immergo il vecchio bicchiere posato sul bordo del pozzo. Sento scendere l’acqua fresca. Bevo a grandi sorsi. Sto meglio. Ne prendo ancora.
A un certo punto odo un mormorio. Non ci faccio caso e riempio il bicchiere un’altra volta, per porgerlo a una donna accanto a me, che sembra affaticata. Lei allunga il braccio con un sorriso… In quel preciso istante Musarat solleva dai cespugli la sua testa da faina e con gli occhi pieni di odio esclama: “Non bere quell’acqua, è haram!”.
Ho un sussulto e rovescio il bicchiere prima che la donna abbia potuto bere. Musarat si rivolge a tutte le donne impegnate nella raccolta, che all’udire la parola haram hanno interrotto di colpo il lavoro.
“Ascoltatemi tutte, questa cristiana ha contaminato l’acqua del pozzo bevendo nel nostro bicchiere e immergendo più volte il secchio nel pozzo. Adesso l’acqua è impura! Per colpa sua non possiamo più bere!”
L’ingiustizia è tale che, per una volta, decido di difendermi e di affrontare a testa alta quella vecchia strega di Musarat.
“Io penso che su questa cosa Gesù la penserebbe in modo diverso da Maometto”.
“Lurida bestia, come osi pensare al posto del profeta?” tuona Musarat.
Altre donne si mettono a inveire ancora più forte: “E’ vero, sei solo una lurida cristiana! Hai contaminato la nostra acqua e adesso osi parlare in nome del nostro profeta! Povera cagna, lo sai almeno che Gesù è un bastardo, perché non ha un padre legittimo? Maometto sì che aveva un padre che lo ha riconosciuto. Si chiamava Abdullah. Ti dice qualcosa, Abdullah? Gesù è impuro, come te”.
“Non è vero” ribatto senza cedere “andate a chiederlo al mullah del villaggio”.
Musarat mi si avvicina come per colpirmi e grida: “Puoi fare solo una sola: convertirti all’Islam per riscattarti dalla tua sozza religione”.
Mi sento ferita nell’intimo. Noi cristiani dobbiamo sempre tacere, fin da piccoli impariamo a stare zitti perché siamo una minoranza. Ma io sono testarda e stavolta voglio reagire, voglio difendere la mia fede. Non Posso lasciare che queste donne insultino così la mia religione.
Faccio un profondo respiro per riempirmi i polmoni di coraggio.
“Non voglio convertirmi. Io credo nella mia religione e in Gesù Cristo, che si è sacrificato sulla Croce per i peccati degli uomini. Che cosa ha fatto il vostro profeta Maometto per salvare gli uomini? E perché dovrei essere io a convertirmi e non voi?”
A quel punto l’odio sgorga da tutte le parti. Le donne mi circondano e si mettono a urlare.
“Come osi dire una cosa del genere del nostro profeta, tu che sei un niente, una cosa immonda che non merita nemmeno di vivere? Tu non vali niente! E i tuoi figli valgono meno di te! Pagherai molto caro quello che hai appena detto del nostro profeta!”
Tanto astio e tanto ostilità mi hanno scossa, ma rispondo ancora: “Non ho detto niente di male, ho solo fatto una domanda…”.
Una di loro prende la mia bacinella e ne rovescia il contenuto nella sua. Un’altra mi spinge, mentre Musarat mi sputa addosso con tutto il suo disprezzo. Un piede si allunga verso di me e mi colpisce. Cado a terra. Loro ridono.
“Puttana! Lurida puttana! Per te è finita!”

L'indomani, 14 giugno 2009, Asia Bibi viene incarcerata. Oggi sopravive in una cella squallida in una prigione di Lahore in Pakistan, condannata a morte per impiccagione per blasfema... 


Fonte: Blasfema, Mondadori, 2011

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