mercoledì 22 febbraio 2012

Dove non c’è logica non può attecchire la Grazia


I LIBRI NUOVI.

"VERITA' S-VELATA.

SPUNTI E RIFLESSIONI OLTRE LA CONFUSIONE",

DI PIERO VASSALLO - 
di Cristina Siccardi

«Il cardinale mi disse: Ricordati che dove non c’è logica non può attecchire la Grazia», così dichiarò il Cardinale Giuseppe Siri a Piero Vassallo, autore del libro Verità s-velata. Spunti e riflessioni oltre la confusione. Antologia di scritti per “Riscossa Cristiana” (Fede & Cultura, pp. 96, € 9,00).
Nella breve antologia di contributi che Vassallo, difensore della Tradizione, ha pubblicato su Riscossa Cristiana, l’autore dimostra come soltanto nei valori sostenuti dalla Chiesa cattolica si possa trovare la risposta a tutti i mali che stanno logorando le società e le coscienze. I pensieri sia di carattere filosofico, che politico sono come giunti ad una fase di disfacimento e il mondo dissacrante delle idee relativistiche non ha nulla di buono o di bello da comunicare, da insegnare, da realizzare.
La responsabilità della Chiesa diventa allora enorme ed è pertanto utile ritornare indietro e guardare agli errori che hanno prodotto tutto questo. Fra gli sbagli anche l’aver prestato ascolto alle suggestioni “profetiche” di «santoni» dell’irrazionalismo come, per esempio, Giuseppe Dossetti (1913-1996) o Giorgio La Pira (1904-1977). «La Chiesa cattolica ha vinto le eresie, ma ha ben più difficoltà a vincere le confusioni» aveva scritto il Cardinale Siri, con tono ironico, rifacendosi al successo della nuova teologia, sulla rivista «Renovatio», la quale aveva come obiettivo quello di garantire «ed esplicitare l’oggetto primario della Rivelazione e contrastare le false dottrine che insidiano l’equilibrio spirituale e civile dell’uomo».
Vassallo ricorda anche la bella figura di Cornelio Fabro (1911-1995), il quale lamentava, con dolore, che nella Chiesa postconciliare erano entrate legioni di persone che avevano imboccato vie nuove con frivola baldanza: «L’attività frenetica dei mezzi di comunicazione, l’invasione della società del benessere, l’affievolimento degli interessi speculativi, lo studio diretto dei classici del pensiero contrastato da una valanga di enciclopedie, dizionari e pubblicazioni di facile volgarizzazione e di altrettanto facili illusioni: tutte queste cose hanno non solo stordito il pubblico dei fedeli, ma intimorito la stessa autorità, che ha dato l’impressione di non essere sempre in grado di fronteggiare con nuove proposte siffatto cataclisma in atto». A questo proposito, afferma Vassallo, vengono alla mente le parole del Sommo Pontefice Adriano VI: «La Sacra Scrittura insegnachiaramente che i peccati del popolo hanno la loro origine nei peccati del clero».
Siri era atterrito e nel contempo era angosciato per l’«istinto vandalico degli uomini di Chiesa». Le sue Memorie sono illuminanti al riguardo. In data 14 novembre 1964, in pieno Concilio, il porporato annota: «Léger ha dato l’assalto a san Tommaso… La contestazione è penosa ed amara. Io soffro di non essere in grado di combattere sugli spalti», inoltre constatava che nel Concilio si scatenavano «rabbie» contro la ragione, la teologia e il diritto e che l’obiettivo del cosiddetto kerigmatismo, ovvero l’annuncio del messaggio cristiano di chiaro stampo antropocentrico, era quello di eliminare la Tradizione e di abbracciare il fascino degli altri credi religiosi, sposando la tesi folkloristica di un dialogo ecumenico “costruttivo”.
Le conseguenze le abbiamo di fronte a noi, sempre più spudoratamente delineate: indifferenza religiosa, anarchia del pensiero, apostasia.
Il Cardinale Siri era nato a Genova nel mese di Maria Santissima, il 20 maggio del 1906 ed era figlio di un portuale e di una portinaia, una “macchia” che gli snob e arroganti progressisti non perdevano occasione di rammentarglielo. Siri non leggeva i giornali e girava al largo dai salotti del pensiero chic, mentre prevedeva chiaramente «la grottesca involuzione gnostica che ha devastato la scienza filosofica degli atei» e la caduta del Muro di Berlino.
Morirà il 2 maggio 1989, giorno in cui la Chiesa fa memoria liturgica di sant’Atanasio (295 ca.-373), il grande scomunicato della storia, che lottò strenuamente contro gli eretici Ariani e che da secoli e secoli la Chiesa ringrazia per aver conservato la Fede e la Verità.
Nel suoi scritti Piero Vassallo si sofferma anche sulle derive del liberalismo che ha condotto al relativismo, fino alla cristianofobia del Parlamento europeo che opera con forza contro la Chiesa e i suoi principi, a cominciare da quelli della difesa per la vita. Intanto, mentre accade tutto questo e altro ancora, «la voce della protesta cattolica è fioca e sommersa dalle voci dei preti masochisti».
L’autore fa anche un’attenta disamina sugli sviluppi dell’eresia Modernista, quella condannata da san Pio X con l’enciclica Pascendi Dominicis gregis (1907). Eppure lo stesso Papa Sarto ben si avvide che quell’eresia non era stata divelta e riconobbe nel 1911 che l’Enciclica aveva tolto ai Modernisti la maschera, ma «non hanno abbandonato i loro propositi di turbare la pace nella Chiesa. Infatti essi non hanno smesso di ricercare nuovi adepti e di riunirli in una società segreta… Essi sono avversari tanto più temibili quanto più vicini». Vicini come Pierre Teilhard de Chardin (1881-1955), che il Cardinale Alfredo Ottaviani (1890-1979) non considerava teologo, bensì poeta «che fa teologia e talvolta è un panteista che identifica Gesù con il cosmo volendo naturalizzare il soprannaturale». Oppure vicini come Karl Rahner (1904-1984), che ha portato l’immanentismo nelle facoltà universitarie, nei Seminari, negli insegnamenti, nelle prediche.
Allora la Chiesa, in questo sconcertante e diabolico diaframma creato dal pensiero modernista, non può incontrare lo Sposo celeste, ma si schianta in una «strozza mortale» come la definisce Monsignor Brunero Gherardini. È la Passione della mistica Sposa che riconduce alla Passione di Cristo. Un martirio unico come Gherardini deduce dalla lettura dell’opera Iota unum di Romano Amerio (1905-1997): «unico essendo il martirio che, nella corse del tempo, s’accanisce sul Cristo mistico con quella medesima virulenza con cui a suo tempo s’accanì contro le carni immacolate del Cristo fisico».
La Sposa mistica è in attesa di pastori e maestri che abbiano il coraggio e l’onestà di deporre gli abiti terreni dell’orgoglio e dell’irragionevolezza per rivestire quelli celesti della Carità e della Sapienza.

Fonte: Una Fides

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.