giovedì 19 aprile 2012

Istituto del Buon Pastore - La visita canonica, un monito




In questi ultimi giorni è apparso su internet il resoconto della visita canonica della commissione Ecclesia Dei all’Istituto del Buon Pastore. Questa comunità composta inizialmente da ex membri della Fraternità Sacerdotale San Pio X, fu riconosciuta da Roma con il privilegio di celebrare esclusivamente la Messa tradizionale e di poter apportare “una critica seria e costruttiva” al Concilio Vaticano II.

Le note che fanno seguito alla visita canonica mostrano chiaramente come la volontà della commissione Ecclesia Dei sia di ricondurre il Buon Pastore all’accettazione, almeno in via di principio, della liturgia moderna, nello spirito del Motu proprio Summorum Pontificum. Allo stesso modo si spinge a riconoscere la validità dell’insegnamento del Catechismo della Chiesa cattolica che sintetizza, con dottrina tradizionale, le novità del Concilio Vaticano II, in opposizione al magistero perenne della Chiesa. Nessuna volontà quindi di un ritorno alla tradizione ma pressioni progressive per amalgamare i “dissidenti” e ricondurli nel girone della “chiesa conciliare” e delle sue dottrine che devono essere insegnate nel seminario dell’istituto.

Il problema di coscienza che si pone per ogni cattolico, maggiormente per un sacerdote e per una comunità religiosa, è rinunciare ad opporsi al nuovo rito, e questo non per un attaccamento nostalgico alla liturgia tradizionale, ma perché, come lo ricordavano i Cardinali Bacci ed Ottaviani, “si allontana in maniera impressionante dalla teologia cattolica della Messa come è stata definita dal Concilio di Trento.”[1] Inaccettabili dal punta di vista della fede sono anche le nuove dottrine come quella sul valore salvifico di tutte le religioni; sull’ecumenismo e la non perfetta identità fra la Chiesa di Cristo e la Chiesa Cattolica; sulla libertà religiosa; sulla collegialità episcopale etc.

Una pubblica e coraggiosa opposizione a questi errori, senza ambiguità e malgrado qualunque persecuzione, oltre ad essere un dovere, è anche indispensabile per il bene della Chiesa poiché è così che si potrà contribuire a farla uscirà dalla terribile crisi che subisce oggi.

don Pierpaolo Maria Petrucci



[1] Lettera di accompagnamento al Breve esame critico del Novus Ordo Missae

Fonte: FSSPX

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