martedì 22 maggio 2012

Lettera aperta di un fedele ai Vescovi della Fraternità di San Pio X




La lettera è stata pubblicata sul sito della rivista tradizionalista americana
The Remnant Resistance

Lettera aperta ai Vescovi 

Fellay, de Galarreta, Tissier de Mallerais e Williamson

Roma, Italia, 15 maggio 2012

Eccellenze,

come cattolico laico, Vi scrivo umilmente in questo criticissimo momento della storia della nostra Chiesa, che con uno sguardo retrospettivo appare come una delle più gradi sfide all’opera del grande Arcivescovo Lefebvre. Il benessere spirituale della mia famiglia è nelle mani dei sacerdoti della vostra Fraternità, così mi rivolgo a Voi come un figlio ad un padre, con devozione e impellente supplica.

Fino ad oggi non ho scritto pubblicamente sui negoziati in corso tra la Fraternità San Pio X e il Vaticano. Credo sia prudente attenersi al principio di dire molto poco sulle questioni di cui si sa ancora meno. Anche se le Vostre Eccellenze hanno fatto conoscere in termini generali l’essenziale di questi due anni di colloqui dottrinali e delle proposte pratiche avanzate dalla Santa Sede negli ultimi otto mesi, i particolari rimangono ancora riservati. Ciò che è stato reso pubblico in questi giorni, ahimé, è la seria divisione tra di Voi in merito alla risposta ufficiale della Fraternità alle proposte presentate dalle autorità romane nel settembre 2011. Scrivo perciò queste righe per implorare ognuno di Voi ad usare i vostri doni naturali e soprannaturali per evitare che ogni dissenso personale si trasformi in una pubblica spaccatura della Fraternità San Pio X.

La Fraternità e i suoi fedeli, in questi ultimi 40 anni, hanno sofferto molte ingiuste persecuzioni e tradimenti interni e ciò nonostante essa ha sempre prodotto dei buoni frutti, rimanendo la prima e più importante vigna delle anime. Quando Iddio mi ha posto nelle circostanze che hanno richiesto una ferma e pubblica decisione da parte mia riguardo alle relazioni tra la Fraternità e il Vaticano, nonostante tutte le argomentazioni canoniche, teologiche e filosofiche, mi sono attenuto al monito datoci da Nostro Signore stesso: dai loro frutti li riconoscerete. Da oltre 40 anni i frutti sono stati buoni. Per la mia famiglia i frutti sono stati sovrabbondanti.

L’unità della Fraternità fondata da Mons. Marcel Lefebvre è stata affidata, non solo ad una struttura di governo simile a quella di altre congregazioni religiose, ma, da dopo il 1988, anche a Voi quattro come Vescovi della Chiesa. Permettere che questa unità si infranga in questa critica congiuntura storica, significherebbe produrre un danno inimmaginabile per la fiducia dei fedeli e per l’elemento umano della Santa Madre Chiesa in generale, che oggi soffre al suo interno e in ogni parte del mondo per una disunione scandalosa e senza precedenti.

Ad un attento esame, si rende evidente che la strategia dei nemici della Fraternità (incluso l’Avversario) sia stata sempre quella di incidere sottilmente sulla sua fraterna unità, divisione dopo divisione, a cominciare dalla Fraternità San Pietro per giungere ai sacerdoti di Campos, ai Redentoristi, all’Istituto del Buon Pastore, ecc. Eppure, la perdita di questi manipoli di sacerdoti, seppure dolorosa, sarebbe niente a paragone di una divisione tra di Voi. Una guerra fratricida all’interno della Fraternità costituirebbe un danno incalcolabile per le anime e un favore a coloro che vogliono il totale annientamento della Fraternità.

Senz’altro, la divergenza nella vostra corrispondenza personale rappresenta un mero scambio di franche opinioni sulla decisione da prendere, come quello prodottosi nella riunione convocata dallo stesso Arcivescovo prima delle consacrazioni episcopali del 1988. Ma sfortunatamente, il risultato della diffusione di queste lettere è che alcuni laici e perfino alcuni sacerdoti della Fraternità hanno finito con l’utilizzarle per proclamare la necessità per tutti di “prendere partito”.

Quindi, per il bene della Fraternità e dei fedeli legati ad essa, io vi imploro di incontrarVi faccia a faccia, da Vescovo a Vescovo, e di impiegare la vostra forza per trovare una via per rimanere insieme. Se si costatasse che le vostre differenze inciderebbero sulle scelte prudenziali su azioni contingenti, io Vi prego di cogliere quei principi cattolici con i quali giungere ad un consenso. Ovviamente, io non sono in grado di aiutarVi in questo senso, se non con le mie ferventi preghiere, dal momento che non conosco i particolari della decisione che dovete affrontare. Ma un pubblico annuncio sul vostro effettivo incontro come Vescovi confratelli – comprendente la pressante richiesta ai fedeli e ai sacerdoti di pregare e porre fine ad ogni ulteriore agitazione – avrà indubbiamente un enorme effetto mitigante sui fedeli che guardano a Voi come alle loro guide e che si aggrappano a Voi per ogni speranza e perseveranza in questi giorni di grande apostasia.

Vi chiedo scusa per l’audacia di averVi indirizzata la presente, ma Vi chiedo di accogliere le mie parole come il grido accorato del bambino verso i suoi genitori, quali Voi siete. I fedeli proseguiranno sulla via della Verità, ma se anche i pastori tradizionali sono colpiti, la conseguente confusione assalirà anche le pecore, temo, lasciandole ancora più indifese di fronte ai lupi.

In ginocchio, Vi prego di riappacificarVi. Il bene della Fraternità, delle anime e della stessa Chiesa non può chiedere niente di meno.
Che Iddio sia con Voi e che Maria guidi la Vostra decisione.

In Christo per Mariam
Prof. Brian M. McCall
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[Fonte: Remnant by Una Vox]

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